Il battaglione

Il battaglione

 

 

I più vecchi avanti, a far da scudo, a dei soldati bimbi

il fucile, stretto tra le mani

gli occhi attenti, a scrutare ogni riparo:

lì di fronte, celati ai nostri sguardi

cecchini della morte, assottigliano le fila

nella marcia, lenta ed incessante, verso una vittoria

che so essere utopia.

 

Forse, persi i miei istruttori

mi ritroverò, di colpo in prima fila

a addestrare, i figli dei miei figli

a marciare inutilmente, come faccio anch’io;

forse, sarò ammazzato prima

comunque, vivrò con il terrore

che uno sparo, mi renda d’improvviso

un ricordo putrescente, in retrovia.

 

Basta! Fermo! Via il fucile!

Non sarà la marcia, la dottrina

né il terrore, l’incoerente sensazione;

mi sederò per terra

accenderò un falò

e nel silenzio stupefatto, di tutto l’universo

inizierò a cantare:

allora altri soldati, sederanno a cerchio

così che il canto mio, diventerà corale;

racconterà, di un grande disertore

che vinse la sua guerra, seduto accanto al fuoco

dove i padri con i figli, si guardavano negli occhi

ed i vecchi con i bimbi, barattavano gli sguardi

per donare gli uni, luci di memorie

gli altri nuovamente, un mondo di stupore.

 

Un giorno, uno sparo nella schiena, trancerà il mio filo

ma la voce, prima di tacere

farà una volta ancora, eco alla coscienza

così, griderò sereno in viso, ai cecchini della morte:

“siete solo merda”;

poi, in un morbido tappeto, mi dissolverò

di mille fili d’erba.

 

Da allora dei soldati, attorno a un focolare

in coro canteranno, del grande disertore

che vinse la sua guerra, seduto accanto al fuoco

dove i padri con i figli, si guardavano negli occhi

ed i vecchi con i bimbi, barattavano gli sguardi

per donare gli uni, luci di memorie

gli altri nuovamente, un mondo di stupore.

Informazioni su feliceconti

Sono un essere umano (credo che questa, per quanto scontata, sia la cosa che più d'ogni altra, meriti menzione), ed anche se laureato in biologia, sono appassionato di poesia da sempre (ho cominciato a comporre fin da bambino). Ho partecipato a vari concorsi, ed a titolo d'esempio posso citare: Fonopoli parole in movimento, Il Club degli autori, Anguillara Sabazia città d'arte, Il giro d'Italia delle poesie in cornice (XII posto nell'edizione 2003). Oltre a pubblicare me stesso, nella vita di tutti i giorni, ho ottenuto la pubblicazione di mie opere, nelle antologie dei concorsi ai quali ho partecipato, ed in altre raccolte, quali l'Antologia del ricordo, curata dall'Associazione Culturale Pragmata. Ben lungi dal volermi dare delle arie (d'altronde, i piazzamenti nei concorsi, e penserà qualcuno, la "semplicità" delle poesie, non mi spingono a farlo), ho scritto queste "stanche" righe, solo per aiutarvi a prendermi un po' sul serio. Non compongo sempre per un impulso irrefrenabile, a volte piuttosto mi comporto da pittore, col foglio per tela, e la penna per pennello, e ritraggo un paesaggio, ma del mio mondo interiore; mi capita anche, lo confesso, d'aggiungervi qualcosa: l'anelito della cima di un monte, l'allegria di un ruscello, la calma di un albero, ed il bello è che spesso, dopo qualche tempo, finisco col trovarli davvero, nella mia anima. Scrivo della parte migliore di me, costruendo spero, per chi ha la pazienza di leggermi, non un muro d'incomprensione, ma una galleria, nella quale addentrarsi mano a mano, osservando gli squarci da cui filtra il sole, e quel barlume di speranza, laggiù in fondo, quindi se volete, leggete le poesie prima di getto, come a pescare con una rete a maglie larghe, e poi via via con più attenzione, passando a reti dalle maglie più sottili. 'Salite e discese', è il titolo che ho dato a questo spazio, e credo si spieghi un po' da solo: si riferisce alla vita d'ogni uomo, quando crede di salire, ed invece perde quota, o quando accade il suo contrario, alla vita d'ogni uomo, quando cammina a marcia indietro, guardando la discesa, perché sente che così fatica meno, o guardando la salita, perché crede d'essere in ascesa; si riferisce al fatto, che tutti cerchiamo una maniera, di salire scendendo, tutti cerchiamo qualcosa, che della parabola della nostra vita, sappia mutare in positivo... il segno! Un avvertimento sul modo di leggere le mie poesie: al termine di un verso, fate una pausa, anche se non c'è punteggiatura. Bene, per vostra fortuna ho finito la mia introduzione, quindi, grazie per la pazienza d'essere arrivati fino in fondo, anzi... grazie d'esistere!
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