La pretesa

Sapeste quanto voglio…

sapeste quanto voglio…

 

Dio mio! Non so più neppure, a cosa ambire:

un tempo Tu, con la barba bipartita

facevi da sfondo alle mie scelte

ora, con dolore te lo dico

di te, non so qual è il perché, di fatto non mi fido!

Però qualsiasi cosa a cui m’aggrappo, tosto affonda

in questo mare annaspo, e già intravedo l’onda

perciò, che devo conquistare, ormai chi me lo dice?!

Non voglio soltanto stare a galla, invero ho la pretesa

non solo per il nome, d’essere Felice!

Voglio essere un bicchiere, tutto pieno

anzi essere una vasca, riempita fino al bordo

che si riempie ancora, allagando di gioia tutt’intorno;

vorrei poi che tracimando, da altri mille me

la gioia inondasse, ogni angolo del mondo:

allora del tuo Sole

la Terra per quell’acqua, riflettere potrebbe lo splendore

imbevuta d’allegria, brillerebbe di sorrisi

sarebbe così bella

da sembrare non pianeta, ma una stella!

 

Lo so che ho esagerato…

lo so, ti sembro solo un matto

però se io Felice, lo fossi per davvero

allora potrei dirti, senz’alcun timore:

“Dai tuffati qui, ché sono vasca colma!

Qui dentro di me, e potrò riempirmi ancora!

Ad ogni cosa intorno, darò il mio stesso nome

col dolce tracimare, di luce all’orizzonte, per un sole;

dal tuo corpo scioglierò, lo sporco del dolore

con la gioia che ti bagna, che t’inzuppa, che ti spoglia

ostinato ostaggio…

meraviglioso amore!”.

Informazioni su feliceconti

Sono un essere umano (credo che questa, per quanto scontata, sia la cosa che più d'ogni altra, meriti menzione), ed anche se laureato in biologia, sono appassionato di poesia da sempre (ho cominciato a comporre fin da bambino). Ho partecipato a vari concorsi, ed a titolo d'esempio posso citare: Fonopoli parole in movimento, Il Club degli autori, Anguillara Sabazia città d'arte, Il giro d'Italia delle poesie in cornice (XII posto nell'edizione 2003). Oltre a pubblicare me stesso, nella vita di tutti i giorni, ho ottenuto la pubblicazione di mie opere, nelle antologie dei concorsi ai quali ho partecipato, ed in altre raccolte, quali l'Antologia del ricordo, curata dall'Associazione Culturale Pragmata. Ben lungi dal volermi dare delle arie (d'altronde, i piazzamenti nei concorsi, e penserà qualcuno, la "semplicità" delle poesie, non mi spingono a farlo), ho scritto queste "stanche" righe, solo per aiutarvi a prendermi un po' sul serio. Non compongo sempre per un impulso irrefrenabile, a volte piuttosto mi comporto da pittore, col foglio per tela, e la penna per pennello, e ritraggo un paesaggio, ma del mio mondo interiore; mi capita anche, lo confesso, d'aggiungervi qualcosa: l'anelito della cima di un monte, l'allegria di un ruscello, la calma di un albero, ed il bello è che spesso, dopo qualche tempo, finisco col trovarli davvero, nella mia anima. Scrivo della parte migliore di me, costruendo spero, per chi ha la pazienza di leggermi, non un muro d'incomprensione, ma una galleria, nella quale addentrarsi mano a mano, osservando gli squarci da cui filtra il sole, e quel barlume di speranza, laggiù in fondo, quindi se volete, leggete le poesie prima di getto, come a pescare con una rete a maglie larghe, e poi via via con più attenzione, passando a reti dalle maglie più sottili. 'Salite e discese', è il titolo che ho dato a questo spazio, e credo si spieghi un po' da solo: si riferisce alla vita d'ogni uomo, quando crede di salire, ed invece perde quota, o quando accade il suo contrario, alla vita d'ogni uomo, quando cammina a marcia indietro, guardando la discesa, perché sente che così fatica meno, o guardando la salita, perché crede d'essere in ascesa; si riferisce al fatto, che tutti cerchiamo una maniera, di salire scendendo, tutti cerchiamo qualcosa, che della parabola della nostra vita, sappia mutare in positivo... il segno! Un avvertimento sul modo di leggere le mie poesie: al termine di un verso, fate una pausa, anche se non c'è punteggiatura. Bene, per vostra fortuna ho finito la mia introduzione, quindi, grazie per la pazienza d'essere arrivati fino in fondo, anzi... grazie d'esistere!
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