Il corso d’acqua

Il corso d'acqua

Per dar luogo ad un corso, l’acqua alla fonte

ha bisogno d’un paio, di sponde:

per dar luogo a un ruscello, frizzante ed allegro

innesco a un torrente, rombante e irruento

che esplode in un fiume, d’entrambi pastore

d’entrambi più tacito e lento.

Può esistere un volto, senza i suoi margini?

Può esistere un corso, senza i suoi argini?

 

L’acqua s’accresce:

non siano le sponde, talmente alte e strette

da farla rabbiosa e profonda

per tentar di fuggire, col salto d’un’onda… in un’onda!

L’acqua s’accresce:

non siano le sponde, così basse o distanti

da disperderla in spazi, per lei troppo ampi

cercando nolente una diga

a quell’inondare e inondarsi.

Può l’acqua, bruciare i suoi giorni?

Sì, se perde del corso, del volto, i contorni!

 

Per la coppia di sponde, discreta e costante

d’un corso bambino, che s’è fatto grande

continua anche dopo la fine, la storia

perché un fiume sa, ridar vita alle sponde:

non sapete che l’acqua, possiede memoria?

Ma dono d’un dono

ben oltre quel fiume, non può certo andare:

in un cielo riflesso, di nuovo

s’accorge che mutato è in un uomo!

Ma dono d’un dono

ben oltre quel fiume, non può certo andare:

il destino dell’acqua, non sapete che è “a mare”?

  

“Amando” ritrova, la coppia di sponde

amando cambiate, in placide onde

e lo cullano ora

come il fanciullo d’allora.

La sponda è la spiaggia

lì il tempo ormai dorme:

nessuna clessidra, candida e immobile sabbia.

Chi non dorme è quell’uomo

delle onde, ha sentito già il suono…

è la sua ninna nanna!

Canta anche lui, canta Felice il suo grazie:

è per voi… un papà ed una mamma!

 

                                                                            Un fiume

 

 

Il corso d'acqua2

 

Informazioni su feliceconti

Sono un essere umano (credo che questa, per quanto scontata, sia la cosa che più d'ogni altra, meriti menzione), ed anche se laureato in biologia, sono appassionato di poesia da sempre (ho cominciato a comporre fin da bambino). Ho partecipato a vari concorsi, ed a titolo d'esempio posso citare: Fonopoli parole in movimento, Il Club degli autori, Anguillara Sabazia città d'arte, Il giro d'Italia delle poesie in cornice (XII posto nell'edizione 2003). Oltre a pubblicare me stesso, nella vita di tutti i giorni, ho ottenuto la pubblicazione di mie opere, nelle antologie dei concorsi ai quali ho partecipato, ed in altre raccolte, quali l'Antologia del ricordo, curata dall'Associazione Culturale Pragmata. Ben lungi dal volermi dare delle arie (d'altronde, i piazzamenti nei concorsi, e penserà qualcuno, la "semplicità" delle poesie, non mi spingono a farlo), ho scritto queste "stanche" righe, solo per aiutarvi a prendermi un po' sul serio. Non compongo sempre per un impulso irrefrenabile, a volte piuttosto mi comporto da pittore, col foglio per tela, e la penna per pennello, e ritraggo un paesaggio, ma del mio mondo interiore; mi capita anche, lo confesso, d'aggiungervi qualcosa: l'anelito della cima di un monte, l'allegria di un ruscello, la calma di un albero, ed il bello è che spesso, dopo qualche tempo, finisco col trovarli davvero, nella mia anima. Scrivo della parte migliore di me, costruendo spero, per chi ha la pazienza di leggermi, non un muro d'incomprensione, ma una galleria, nella quale addentrarsi mano a mano, osservando gli squarci da cui filtra il sole, e quel barlume di speranza, laggiù in fondo, quindi se volete, leggete le poesie prima di getto, come a pescare con una rete a maglie larghe, e poi via via con più attenzione, passando a reti dalle maglie più sottili. 'Salite e discese', è il titolo che ho dato a questo spazio, e credo si spieghi un po' da solo: si riferisce alla vita d'ogni uomo, quando crede di salire, ed invece perde quota, o quando accade il suo contrario, alla vita d'ogni uomo, quando cammina a marcia indietro, guardando la discesa, perché sente che così fatica meno, o guardando la salita, perché crede d'essere in ascesa; si riferisce al fatto, che tutti cerchiamo una maniera, di salire scendendo, tutti cerchiamo qualcosa, che della parabola della nostra vita, sappia mutare in positivo... il segno! Un avvertimento sul modo di leggere le mie poesie: al termine di un verso, fate una pausa, anche se non c'è punteggiatura. Bene, per vostra fortuna ho finito la mia introduzione, quindi, grazie per la pazienza d'essere arrivati fino in fondo, anzi... grazie d'esistere!
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