Fu gabbiano la mia mente:
le ali spalancava, come ante d’una porta
e fuggiva dalla stanza, facilmente
sul vento a veleggiare
sognando un altro me, in mezzo ad altra gente…
La mente poi fu falco:
in alto, in alto, in alto…
a scegliere il bersaglio per lo schianto
a tendere l’elastico fin quando
mutava in una fionda e nel suo sasso, non lasciando via di scampo!
Di nuovo, la mente mia è cambiata:
adesso gira attorno a un chiodo fisso
infisso in una preda, che al suolo qualcun altro ha crocifisso!
Ripete: “Il falco non c’è più, ma io finché non muoio
nutrire mi potrò, restando un avvoltoio”.
Ti sbagli mente ottusa!
Il falco l’hai lasciato non per scelta
lo stesso t’accadrà per l’avvoltoio!
E cosa diverrai?
Chi un cielo ha ereditato
per le prede e le sue voglie
però così annacquato
da renderle un riflesso, sbiadito e che s’infrange, se si coglie?
Chi ha scelto per destino
di battere le ali per un volo
col picco sotto il suolo?
Chi d’anni, è un gravido pinguino?
T’imploro mente mia!
Oramai il ticchettio, d’una corsa ha la fretta
e porta allo scoppio una bomba:
non puoi darmi retta?
Dalla gente ritorna!
Hai tempo, finché sono vivo…
Non vuoi scardinare la tomba?
Riporta alla gente, un rametto d’olivo!
Provaci almeno, a farti colomba.
All’ultimo istante, anche quella svanisce
ma se riuscirai, starai meglio comunque
persino se ha torto chi dice
che all’ultimo istante, la colomba diventa Felice
perché proprio allora, l’Amore ritorna
e la rende gioendo…
fenice!