Un sasso, lanciato dal passato
cinetica energia, ormai senza più fiato
per una gravità, artiglio predatore della terra
incinta d’altri sassi… ma con la bocca aperta.
Un sasso, lanciato nel futuro
cinetica energia, così allo stato puro
da alzarsi verso il cielo, ignara non sia meta di quel volo
in una traiettoria… da terra fino al suolo.
I sassi, s’incontrano un istante
parabole di quella successione
che appena un po’ più in alto
del punto in cui una nasce e l’altra muore, ha un’intersezione:
si scambiano uno sguardo
il vecchio col sorriso, celato in una smorfia
il bimbo, con gli occhi spalancati, tradendo un po’ d’angoscia
ma dopo qualche gioco del passato
dopo qualche storia
chimera di fantastico e memoria
ecco sul suo viso
nient’altro che un magnifico sorriso!
Poi, si devono lasciare
perché se l’uno scende l’altro sale:
“Vola così in alto
che il cielo sia il tuo palco…”;
“Tu, invece fai un bel sonno
e tanti sogni d’oro, nonno!”.
In quella successione, c’è una sola cosa che non cade
che prosegue sempre la sua corsa
usando non la mano, come morsa
ma il petto degli anziani, da quando sono bimbi, come borsa:
è il dolce testimone…
di quel loro amore!
È in una staffetta, d’atleti improvvisati
che va di petto in petto, verso l’orizzonte
per quanto lui mantenga le distanze
perché soltanto lì non c’è la guerra
perché soltanto lì, il cielo, s’accoppia con la terra!
Un giorno l’orizzonte, avrà le spalle al muro
quando starà al tempo, a non aver futuro
allora il testimone taglierà, la linea del traguardo
la stessa che fu un giorno la sua fonte:
quella che compone l’orizzonte.
Lì contemplerà
il podio dei due altri un po’ più alto, privato dei confini
con su una folla immensa, di vecchi e di bambini
di nonni e di nipoti, carnali od adottivi
padri, nel lanciare i sassi
figli, nel seguire o meno i loro passi
piccoli i giganti…
ed i nani? Grandi!
Perché? Perché, dirà quel testimone
tutti almeno un poco… amanti!
Mano nella mano, fratelli d’una serie
in cui fluirà l’amore, come scorre il sangue nelle arterie
avranno ad applaudirli, i voli degli uccelli e d’altre ali
gli alberi e le nubi per bandiere
per inno un’armonia, di voci disuguali:
leggendo della gioia lo spartito
saranno loro stessi, il coro
e tutti, un astro avranno al collo…
del cielo la medaglia… d’oro!