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L’immacolata concezione
Sogno, che col cuore mio
galoppo a più non posso
sui pascoli infiniti, dell’anima tua immensa
mentre con il corpo sempre io
ti cavalco il corpo
reggendomi ai tuoi fianchi, per far danzare i seni a briglie sciolte
davanti al volto mio che si contorce
non certo per le doglie
bensì perché galoppo senza freni
tra gemiti ansimanti
su un letto di piacere
fremente andando incontro a quell’orgasmo
in cui contrarsi ammiro, il volto tuo in un altro
per un godere espresso da uno spasmo!
Sogno che il mio sesso faccia leva
calzando il sesso tuo a mo’ d’una staffa
e poi indegno di te
proprio come me
per più di mille volte si ritragga
perché per bramosia, per più di mille volte lo ricalza
sempre più veloce
fino ad eguagliare, il ritmo forsennato del mio cuore!
Ecco che a montare nella staffa
sarebbe dopo l’onda
mischiata con l’umore della spiaggia, tutta un’altra panna
perché non sia finita:
sarebbe infranta l’onda, preziosa come manna…
la spuma benedetta della vita!
Che corre, corre sulla sabbia
così se incontra un paio d’altre braccia
con la loro forza, ed un progetto a testa
inizia nel silenzio, a erigere un castello
a volte risultato di due amori, d’anima e di carne:
le mura, i merli, le torri ed il fossato…
è questo un nuovo nato
che può sperarci eccome, quando ci si ama…
d’avere il bel finale d’una fiaba!
Pubblicato in Poesie
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Cra, cra, cra
Non sarò mai, ramoscello d’ulivo
ma fammi ti prego, essere almeno colomba
fa che lo porti a chi affoga, con la barca che affonda
per dirgli, finché è ancora vivo:
“Del tuo diluvio, passata è ormai l’onda!
Non sei Noè, non sei dentro l’arca
nel pelago eppure, l’acqua ora affonda
e l’alta marea, sta alla speranza!”.
Non voglio più, essere corvo
gracchiare, gracchiare, perché il becco è vuoto
e intanto volare, girandogli attorno:
così, chi affoga anelando a uno scoglio
che vede nel Cielo?
Solo un altro avvoltoio!
Ma essere un’altra colomba, è questo che voglio!
Pubblicato in Poesie
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L’ennesima poesia
Pubblicato in D'Aria, Foesie
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La vecchia foto
È come riascoltare, d’un tempo di passione una canzone
oppure riannusare, l’aroma della donna d’una volta:
si desta la memoria, e in sella alla coscienza, monta.
Assieme poi principiano un galoppo
sulle praterie dei bei ricordi:
attimi dispersi
però così rincorsi
fin quando non ritornano presenti.
Allora, il tempo china il capo, perché per una volta
ha preso una batosta!
Io, invece lo sollevo
come una bandiera, al vento che per aria ha l’emozione
e fisso l’orizzonte, vivendo nel mio petto…
d’un vissuto perso la passione.
Mi chiedi cosa sia, la goccia che dall’angolo d’un occhio
discende lungo un lato del mio naso?
Una lacrima per caso?
D’amore?
Oppure di dolore?
Ma no, è dura galoppare:
è solo un’altra goccia di sudore.
Basta, è ora che io vada:
il tempo ancora scorre, al ritmo del mio petto
e se la vita è adesso
è un album la memoria, che ha sempre un foglio vuoto
perciò, il battito sia scatto, ed io…
scatti ogni secondo un’altra foto!
Diaframma è la pupilla
ho per otturatore, la palpebra e le ciglia
per album e pellicola possiedo la memoria
soggetto sia l’amore
così che tali foto…
facciano la storia.
Ch’io viva nel presente
ma intanto costruisca il mio passato, proprio in questo modo
esista o non esista pure un dopo
in cui possa abbracciare nuovamente, tutte le mie foto.
Un battito un secondo:
tic…
Un battito una foto:
clic.
Del petto con il tempo, da tale miscellanea
nasca con l’amore per soggetto… l’ennesima istantanea!
Pubblicato in Poesie
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La silloge
La silloge
Lascia te ne prego, che della mia raccolta
le mille suggestioni, ti portino in trionfo.
Lascia te ne prego, che i versi lì raccolti
esplodano per te, così da colorarti tutto il mondo
così, mostrandoti la luce del tuo volto.
Lascia te ne prego, che sfoglino in moltissimi il mio libro
perché ogni foglio è un’anta
un’anta d’un’incredula finestra.
Lascia te ne prego, anche che ne scorrano le righe
sono la serranda
perché vedano squarci per far festa:
di te dei panorami, da far girar la testa!
Lo so, che pure tu sei donna, per quanto non sia poco
ma donna senza spazio, per un’obiezione
a che tutt’uno sia col sostantivo, il ma per congiunzione.
Lo so, che pure tu sei rea
però di te ho bisogno:
sei ciò che più somiglia ad una dea!
Lo so, che piangi e stai annaspando
nel tuo stesso pianto
con chi ti tira a fondo
ma io sono un fedele, di fronte a te in ginocchio
e prego tu lo faccia da tramonto
non ora, di te tutti han bisogno
resta fino a quando lo fa il tempo:
sei Aria per il mondo!
Sennò, per noi saranno guai…
Questo ora lo sai.
Pubblicato in D'Aria, Poesie
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Il cielo invertito
Il cielo invertito
Il cielo dentro al mare
ché l’uomo non ha ali per il volo
così possa volare andando a nuoto.
Il cielo dentro al mare
perché sia l’uomo un pesce dei coralli
o piccolo per quanto sia balena
ma mai sia pescecane!
Il cielo dentro al mare
perché se un uomo affoga, si trovi in fin dei conti a decollare!
Il cielo dentro al mare
azzurro veramente
non perché del cielo fa da specchio
finché di nubi non lo copre il male…
perché contenga il cielo come un secchio!
Il cielo dentro al mare:
un fatto per davvero straordinario
ben altro che l’oceano in un acquario.
Il cielo dentro al mare
in questa strana notte, del buio antagonista
che accende la speranza che l’amore, sia il protagonista
accende la speranza che la vita, non finisca in nulla
piuttosto sia finita in una culla!
Il cielo in fondo al mare:
speranza, o solo fantasia
però quando il futuro, per l’uomo
diventa più radioso?
Diventa più concreto?
Insomma più vicino?
Quando si rispecchia, negli occhi senza colpa d’un bambino…
e poi, seppure fosse un sogno?
Lasciatemi sognare…
no non mi vergogno!
Pubblicato in Poesie
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A.A.A.A. Cercasi donna dopo donna
A.A.A.A. Cercasi donna dopo donna
Madre… moglie… figlia…
infine, la stessa fantasia:
Assunta, Anna ed Alessandra
infine, la stessa anima mia.
Dopo inaspettato, un velo di capelli per cornice:
Maria… Maria… Maria!
Da lei, dove non paventi il calendario
donna dopo donna…
grani in carne ed ossa d’un rosario!
Da lei, dove sei Felice anche di sera
amore dopo amore
somma e successione…
d’un’inconsapevole preghiera!
Pubblicato in Poesie
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A una casa di distanza
Dai, adesso chiudi gli occhi
così vedrai il mio sguardo
distante dal tuo viso appena un palmo.
Dai, che ora ho chiuso gli occhi
il seno, premuto al petto mio, perciò ne udrà i rintocchi
campane d’una festa silenziosa
però che festa sia, in questa primavera rarefatta
e che sia primavera, col frullare d’ali di due braccia
volate in un istante sino a te, sul vento del pensiero
per stringerti a tenaglia
e cingerti così in una muraglia.
Tu, che vivi ad una casa di distanza
allarga le tue braccia;
se fossi il maschio tuo, ti direi d’aprire anche le cosce:
lascia t’entri dentro in qualche modo
battendo con l’amore le tue angosce.
Un virus lo so bene, s’è messo la corona
del mondo ormai s’è fatto imperatore
coi propri replicanti, giungendo in ogni dove
a chiuderci a una casa di distanza
per renderci deformi queste ore…
Ore? Giorni settimane e forse mesi!
Chissà, se come un impietoso educatore
che non disdegna affatto, le pene corporali
ci farà donare, un poco più d’amore
ma tu che sei l’amore, ascolta le mie ali!
Come? Chiudendo gli occhi tuoi
per guardare aperti quelli miei
chiusi ad una casa di distanza.
Lascia ti protegga, con una muraglia!
Lascia t’entri dentro, come fossi lì nella tua stanza:
non sarai più sola
e ti si scioglierà, quel nodo di paura nella gola;
invece che deformi queste ore
avranno, dolce e sensuale la tua forma…
la forma dell’amore!
Dai, adesso chiudi gli occhi:
è cosa buona e giusta, che con una splendida magia
da qui, io possa volar via.
Fa in modo che io traversi, queste e quelle mura
per scioglierti al calore la paura.
Adesso hai chiuso gli occhi?
Bene! Che la lingua taccia.
Volo! Che ora parli amore…
stringendo proprio te, l’amore… tra le braccia!
Forse tutto questo, è solo un’illusione;
poiché non sono niente, è solo un’altra bolla di sapone
però l’averti scritto questi versi…
Dio! Sapessi che emozione!
Pubblicato in D'Aria, Poesie
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